mercoledì 25 maggio 2016

Troppo zucchero nella dieta? Rischiamo il "sugar face"!

In precedenza vi ho parlato di quanto sia dannoso lo zucchero. Non solo per la salute, ma anche per il nostro girovita. Ma voi eravate a conoscenza della "sugar face"? Ovvero faccia di zucchero. 





Sembrerebbe che un suo eccesso nell'alimentazione si possa vedere attraverso il nostro viso.
In particolare da:
  • acne;
  • borse sotto gli occhi;?
  • pelle pallida.
Lo zucchero distrugge il collagene, facendo apparire la pelle del viso spenta e senza tonicità. Inolte è un alimento disidratante che provoca la produzione di olio della pelle, rendendola unta.
La Dr. Tamara Griffiths della British Association of Dermatologists  avrebbe spiegato in un intervista al noto giornale inglese, The Independent, " gli alimenti zuccherati hanno un alto indice glicemico che provocano un rapido aumento di zucchero nel corpo e causano una drammatica fluttuazione dell'insulina. Con il tempo questo può causare insulino-resistenza e diabete che puo accelerare il processo di invecchiamento." 

Ovviamente si parla sempre di eccesso, anche se io sconsiglio vivamente l'utilizzo di zucchero raffinato. Ricordiamoci che si trova in abbondanza nei prodotti confezionati, come merendine. Dato che andiamo incontro all'estate e già ci pensa il sole ad aiutare l'invecchiamento della pelle, riduciamo i dolci a favore di frullati di sola frutta o perché no anche di verdura.


martedì 10 maggio 2016

Un'altro prodotto raffinato da evitare: il sale da cucina.





Il cloruro di sodio, ovvero il comunissimo sale, è uno dei nostri condimenti preferiti. Senza questo ci sembra tutto insipido e dello stesso sapore. Secondo l'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, la quantità giornaliera è di 4/5gr. A causa del moderno stile di vita, che ci porta a consumare sempre di più piatti pronti e preconfezionati, ne consumiamo troppo senza neanche saperlo. Quindi è bene limitarne il consumo il più possibile.


I danni che può provocare:
  • un consumo eccessivo, come ormai è risaputo, può provocare nei soggetti "sensibili" pressione alta e questo si riversa sulla pressione oculare provocando disturbi alla vista;
  • danni al sistema cardiocircolatorio, con irrigidimento dei vasi, compromettendo sia la coagulazione del sangue che l'aggregazione delle piastrine;
  • può colpire anche organi come i reni, riducendone la funzionalità;
  • inoltre possiamo andare incontro a danni allo stomaco con la conseguente lesione delle pareti e ciò favorisce l'incidenza di tumore. Il tutto è aggravato per coloro che sono infettate dall'Helicobacter Pilori.

I benefici (se usato con moderazione):
  • regola l'equilibrio dei liquidi nel nostro organismo;
  • insieme al potassio, partecipa alla formazione di impulsi elettrici al cervello;
  • ha azione battericida, perché i batteri in presenza di sale rilasciano acqua e muoiono disidratati.

Il classico sale da cucina, è un prodotto raffinato che rappresenta un veleno per il nostro corpo. Solo per questo sarebbe da eliminare, come detto in altre occasioni per lo zucchero e la farina raffinata. Sfortunatamente le industrie ci "rifilano" di tutto, e noi cosa facciamo? Guardiamo la pubblicità e ci facciamo convincere del fatto che tutto fa bene perché lo dice la TV. Ma se ci fermassimo un minuto a guardare gli ingredienti di ogni alimento che compriamo, il nostro carrello sarebbe quasi vuoto. Il sale lo ritroviamo ovunque e in grosse quantità. Ormai siamo talmente abituati a questi gusti così decisi che se prepariamo qualcosa di sano in casa ci sembra insipido. Il moderno andamento ci porta ad assumere: eccesso di sale, prodotti raffinati, oli cancerogeni e tanto altro. Attenzione anche al sale nascosto. L'American Heart Association e l'American Stroke Association hanno costituito una lista con gli alimenti che contengono più sodio a nostra insaputa. Al primo posto troviamo il pane con ben 230mg contenuti in una fetta abbondante, al secondo posto la carne lavorata (salumi, roastbeef) con 1.050mg a porzione. La pizza occupa il terzo posto, addirittura due fette coprirebbero il fabbisogno giornaliero. Poi troviamo in ordine: pollo arrosto, zuppe pronte e per finire sandwich.

Il consiglio è di perdere un po' più di tempo in cucina evitando di assumere cibi pronti. Vedrete che con un po' di pazienza apprezzerete il gusto del sano e i prodotti industriali risulteranno eccessivamente salati. Per chi proprio non ha tempo può usare delle alternative oltre a limitarne il consumo.

Come sostituirlo

Il sale integrale, è sicuramente migliore perché non viene trattato, ma provenendo dal mare e non essendo purificato può contenere metalli pesanti dati dall'inquinamento.
Il sale rosa dell'Himalaya è raccolto in Pakistan. La sua colorazione deriva dalla presenza di ossido di ferro. Differentemente dal sale raffinato, questo contiene  calcio, ferro, potassio e magnesio. E' puro e non contiene tracce di tossine. Gli è stata attribuita un'azione disintossicante.
Il sale nero di Cipro, è ricco di carbone attivo che aiuta in caso di gonfiore addominale.
Il sale grigio dell'Atlantico è tra quelli che contiene meno sodio, quindi indicato per chi soffre di pressione alta.
Il sale rosso delle Hawaii, è caratterizzato da un color terracotta che è dato da un'argilla rossa che durante l'essiccazione gli rilascia grandi quantità di ferro. Circa cinque volte in più rispetto a quello classico.

Come in pochi sanno è bene mangiare molta frutta e verdura, che grazie all'alta presenza di potassio è in grado di contrastare in parte il sodio in eccesso.

Come vedete troviamo diverse alternative, e non sono tutte. Quindi non mi rimane che dirvi: sbizzarritevi a sperimentare e fatemi sapere!

venerdì 22 aprile 2016

Il lievito fa davvero male alla salute?

Al giorno d'oggi abbiamo sempre meno tempo, siamo sempre di corsa. Quante sono le persone che riescono a fare un'abbondante colazione con yogurt, frutta e magari una bella spremuta d'arancia? O magari consumano a pranzo un'insalata mista con farro o qualche altro buon cereale? Senza pensare alla cena dove rientriamo a casa consumati dalla giornata e l'ultimo pensiero è quello di mettersi ai fornelli. Tutto questo per dire che i cibi pronti quali brioche, biscotti, pane e pizza sono sempre più presenti nelle nostre dispense e questo comporta un continuo consumo di lievito, sia chimico che naturale. Ciò provoca  l'insorgenza di diversi disturbi.


La mia pizza senza lievito.

Cos'è il lievito?

Per quanto riguarda il lievito naturale, insieme di microorganismi che provocano il rigonfiamento attraverso il contatto con gli zuccheri che producono alcool e anidride carbonica, troviamo il lievito di birra e la pasta madre o pasta acida. Il lievito chimico invece produce anidride carbonica, reazione che porta alla formazione di bolle d'aria che gonfia l'impasto. Sono principalmente il bicarbonato d'ammonio e il cremor tartaro.


Perché il lievito fa male?

Il danno principale è a carico della flora batterica intestinale. Il responsabile principale è il lievito di birra che provoca disbiosi intestinale, ovvero alterazione della flora batterica, disturbo che causa gonfiore, diarrea, stipsi e meteorismo. Ciò interferisce con l'assorbimento dei nutrienti assunti attraverso l'alimentazione provocando indebolimento dell'organismo, che lo rende maggiormente esposto a virus e batteri.  Non solo, questo può provocare la candida, infezione data dalla proliferazione di un fungo, candida albicans, che è comunemente presente nel lume intestinale.  Ricordo che per risolvere il problema sarebbe bene assumere fermenti lattici. Per quanto riguarda i lieviti chimici vengono tollerati più facilmente da chi soffre di intolleranza ai lieviti.


Chi deve limitare il consumo di lievito?

Consumato in piccole quantità e saltuariamente alla maggior parte delle persone sicuramente non provocherà danni. Si potrebbe accusare gonfiore subito dopo una pizza per esempio, ma non si incorre nei danni maggiori che si svilupperebbero con l'assunzione periodica. Mentre è bene eliminarlo per tutti coloro che soffrono di colite e candida ricorrente. Ricordiamo che il lievito di birra è anche fonte delle vitamine del gruppo B,  risulta ricco di minerali come ferro, potassio e magnesio, inoltre aiuta a depurare il fegato. In alternativa se siete degli assidui consumatori di cibi pronti, quando avete tempo di preparare qualcosa a casa potete provare la pizza senza lievito. Vi assicuro che non troverete tanta differenza e risulterà sicuramente più digeribile, l'importante è farla sottile per far si che si cuocia bene anche dentro.



venerdì 15 aprile 2016

Alimenti ricchi di ferro

Vi sentite spesso stanchi e affaticati? Vi capita di avere episodi di palpitazioni? Allora è il caso di fare gli esami del sangue. Può essere che soffriate di anemia, ovvero carenza di ferro.



Questa patologia porta principalmente a pallore, affaticabilità, vertigini e tachicardia. Il ferro lo si può trovare in tanti alimenti. E' diviso in ferro eme che è di origine animale e lo troviamo in carni rosse magre, carni bianche e pesce. Mentre quello di origine vegetale è chiamato ferro non eme e lo possiamo trovare in cereali, verdure e legumi, di più difficile assorbimento. Normalmente solo una piccola percentuale viene persa dal nostro corpo ogni giorno, quindi attraverso l'alimentazione la richiesta viene facilmente soddisfatta. Ma se così non fosse a causa di un'aumentate richiesta come capita in gravidanza, allattamento, età pediatriche o per chi soffre di cicli mestruali abbondanti, è bene aumentare l'apporto di tutti quegli alimenti che hanno un alto contenuto di ferro.

Ecco la lista:
  • carne;
  • frattaglie;
  • tuorlo d'uovo;
  • vongole;
  • lenticchie;
  • cacao;
  • verdura verde a foglia larga;
  • frutta secca.

Come facilitare l'assorbimento.

Il ferro non eme è consigliato assumerlo nello stesso pasto insieme alla vitamina C, presente nella frutta e agrumi come kiwi, uva, fragole, ananas o verdura come broccoli, cavoli, cavolfiori e pomodori; quindi si potrebbe condire con del limone un bel piatto di verdura ed abbinarlo ad un bel piatto di legumi.

La cisteina, amminoacido che ritroviamo ad esempio nelle carni, ha la capacità di aumentare l’assorbimento del ferro contenuto nei vegetali, quindi è buona prassi abbinare alla carne un bel piatto di verdure.

Un'altro aiuto è quello di eliminare, o perlomeno assumere lontano dai pasti principali, the e caffè. Contengono tannini che inibiscono l'assorbimento del ferro.

Anche gli spinaci e le noci, a causa del ricco contenuto in acido ossalico, non sono da considerarsi una fonte di ferro.

Non solo, nella categorie delle sostanze che ostacolano l'assimilazione troviamo i farmaci antiacidi così come i latticini a causa del contenuto di calcio.

Quando l'alimentazione non basta.


Nel caso in cui con l'alimentazione non riusciamo ad aumentare il livello di ferro, in genere il medico prescrive farmaci a base di ferro chimico come: ferro gluconato o ferro solfato. Il trattamento per via orale dovrebbe essere continuato per 3/6 mesi, non solo per correggere l'anemia, ma anche per reintegrare le riserve.  Per esperienza, ricordo che sono farmacista, la maggior parte dei pazienti non lo tollera. Avvertono nausea, stitichezza, diarrea e crampi addominali. Addirittura l'assunzione di questo tipo di ferro in gravidanza provoca le coliche nei neonati. 

In alternativa potete provare gli integratori che sono prodotti a base di estratti vegetali che rilasciano il ferro e hanno molti meno effetti collaterali. Io faccio parte di quella categoria che non tollera il classico ferro chimico e ho usato quello naturale. Devo dire che mi sono trovata molto bene, soprattutto durante le mie due gravidanze. Per di più le mie bimbe non hanno mai avuto una colica. Inoltre, spesso si trovano in associazione alla vitamina C, alle vitamine del gruppo B o all'acido folico, tutte sostanze che aiutano l'organismo nei periodi di maggior stress.
Questo articolo non si vuole sostituire al medico, quindi prima di prendere qualsiasi farmaco parlatene sempre con uno specialista del settore.


mercoledì 6 aprile 2016

Allergia e dermatite: come evitarle con i detersivi fai da te!


I detersivi: ne abbiamo di tutti i tipi e di tutte le forme. Spesso e volentieri non sappiamo dove metterli. Abbiamo quello per il calcare, per il bagno, per l'acciaio, per il lavello della cucina, per la lavatrice e chi più ne ha più ne metta. Una volta pulita casa siamo soddisfatte, ma siamo sicure di aver creato un ambiente sano per noi e i nostri figli?


Non solo sono fonte di inquinamento, ma possono essere anche dannosi per la salute. Negli ultimi anni sono stati fatti diversi studi che dimostrano un aumento dell'insorgenza di allergie e asma a causa dei detersivi. Spesso tracce di quest'ultimi rimangono sulle superfici. Non solo, andrebbero utilizzati in ambienti areati, ma spesso per un motivo o per un' altro ciò non avviene. Questo comporta in alcuni casi intossicazione immediata data dall'inalazione o in altri casi effetti a lungo termine come dermatite. Ancora più dannosi sono i detersivi per i panni o gli ammorbidenti, che causano anche questi dermatiti, soprattutto nei bambini. Allora cosa fare? Io ho provato a sostituire alcuni detersivi con l'acido citrico.
Ecco come:
  • Ammorbidente  per bucato.
Ho disciolto 100gr di acido citrico in un litro di acqua e ho versato il tutto in una bottiglia di ammorbidente vuota che avevo usato, sia per riciclarla, sia per utilizzare il tappo dosatore. Poco prima del suo utilizzo deve essere agitato e poi utilizzato nello scompartimento dell'ammorbidente. Ovviamente non avremo un bucato profumatissimo come succede con l'utilizzo dei normali ammorbidenti, però ne gioverà la nostra salute. Eventualmente si può rimediare inserendo alcune gocce di olio essenziale. Quelli con un'azione antibatterica superiore sono: palmarosa, citronella, limone, arancio, geranio e patchouli.
  • Sulle superfici lavabili.
In questo caso la soluzione è più concentrata, 150gr in un litro di acqua. Io per farvi vedere che è efficace anche come anticalcare l'ho usato per pulire il rubinetto della doccia.

Prima
Dopo


  • In lavatrice come disincrostante.
Ogni mese versate un litro di una soluzione al 15% direttamente nel cestello vuoto e avviare un programma ad alta temperatura.
  • In lavatrice come brillantante.
Riempite la vaschetta del brillantante con una soluzione al 15% e regolate l'indicatore al massimo.
  • Per la pulizia degli scarichi.
In questo caso sciogliete in un bicchiere di acqua 30 gr di acido citrico e lo versate nello scarico dopo aver messo 100 gr di bicarbonato.
  • Disgorgante naturale.
Sostituite i disgorganti chimici tradizionali che provocano gravissimi danni all’ambiente, prendete un misurino di acido citrico unitelo ad uno di bicarbonato e versatelo nello scarico con acqua calda.

Lo potete trovare in farmacia, erboresteria, nei negozi bio, ma anche online. Ricordatevi di tenerlo in un recipiente chiuso perchè è molto sensibile all'umidità. Spero di avervi incuriosito. Provate e fatemi sapere.



mercoledì 16 marzo 2016

Allattamento al seno

Tema molto sentito, soprattutto dalle neo mamme, è l'allattamento. Anche io, come voi sicuramente, mi sono sentita dire di tutto: il tuo latte è troppo leggero, non ha abbastanza nutrimento, allattare per troppo tempo diventa un vizio e chi più ne ha più ne metta. Voglio tranquillizzare tutte  quelle donne che ancora hanno dei dubbi: il tuo latte è il nutrimento migliore da dare a tuo figlio. Secondo l'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, dovremmo allattare i nostri figli esclusivamente al seno fino ai sei mesi e continuare anche oltre, fino ai due anni. Ovviamente chi non ha il latte o per qualche altra valida ragione non può allattare non deve farsi troppo problemi perché non vuol dire che tuo figlio finirà per ammalarsi ogni mese. Per me questo argomento è molto importante perché io ho allattato la mia prima bimba per quindici mesi e per quanto riguarda la seconda, che ne ha quattordici, non ho ancora smesso. Tante di voi leggendo queste righe staranno commentando: esagerata!! Ebbene scrivo questo post per suscitare una sorta di alleanza tra noi donne, dato che spesso chi non allatta, per scelta o per necessità, critica quelle che lo fanno e viceversa. Noi mamme abbiamo già abbastanza ostacoli da dover superare, sosteniamoci a vicenda. Quindi va benissimo una donna che allatta per tanto, ma è da rispettare chi decide di intraprendere un'altra strada. Per quanto io sia a favore l'allattamento, soprattutto all'inizio, può essere veramente difficoltoso. Non scoraggiatevi ma insistete quanto più potete senza però dover perdere la testa. I nostri bimbi hanno bisogno di sentirci serene.



Qualche piccolo suggerimento.
La mia prima bimba purtroppo non ha mai imparato bene ad attaccarsi e durante i primi giorni mi sono comparse le dolorosissime ragadi. Chi le ha avute sa molto bene di che cosa sto parlando, mentre per tutte le altre sono delle piccole ferite intorno al capezzolo. Insomma, tutte le volte che l'attaccavo era un dolore enorme, a volte mi usciva addirittura il sangue. Tant'è, convinta dal mio compagno, ho deciso di provare i para capezzoli. Mi hanno aiutato tantissimo. Non ero del tutto convinta perché mi sembrava innaturale usare un aiuto per allattare, probabilmente erano tutte paranoie che mi facevo provocate dagli ormoni. 
Quindi i consigli sono due:

  • ogni tanto ascoltiamo chi ci vuole aiutare perché in questi casi magari vedono la situazione con più lucidità; 
  • inoltre, un piccolo aiuto per arrivare ad un fine più grande, che è riuscireallattare con serenità, lo possiamo anche accettare.

La notte.
Ebbene si, come tutti sanno i neonati si svegliano ripetutamente di notte per mangiare. La maggior parte con il passare dei mesi riesce a dormire anche tutta la notte o quasi. Le mie figlie non fanno parte di questa percentuale. Più di una volta mi hanno detto che era colpa mia perché ancora le allattavo di notte e loro avevano risolto il problema smettendo di dargli il latte. Sicuramente per alcuni bimbi può funzionare, ma non per tutti. Mia figlia che ha tre anni ancora si sveglia di notte come la sorella piccola che invece allatto. Grazie appunto al latte, quest'ultima si riaddormenta subito, altrimenti mi aspetterebbero due ore abbondanti di gioco notturno. Morale della storia: non togliamo il latte sono perché all'amica ha funzionato. I bimbi sono tutti diversi.
E voi che problemi avete avuto con l'allattamento? Più parliamo di questo argomento meglio possiamo dare dei consigli o spunti a che si trova in difficoltà.



venerdì 11 marzo 2016

Legumi: evitarli o no?

Consigli
Legumi, solo al pensiero ci viene la pelle d'oca. Pensiamo subito al fastidioso meteorismo e alla difficoltà di digestione. E se invece fossimo noi che non li prepariamo nel modo corretto? Fondamentale è l'ammollo prima di consumarli. Sfortunatamente non bastano poche ore, ma dalle 12 alle 24, dipende dalla dimensione. Questo è un passaggio fondamentale che quasi tutti facciamo ma non sempre rispettiamo i tempi giusti. Altra cosa importante è cambiare spesso l'acqua per eliminare tutte le impurezze che rilasciano i nostri legumi. Principalmente viene eliminato l'acido fitico, principale responsabile dei problemi digestivi, ma non solo anche polvere e la tossina fitoemoagglutininsa(PHA). Una volta tenuti adeguatamente in ammollo vedremo che rigonfiano, a causa della reidratazione dell'amido e delle fibre solubili e aumentano notevolmente il loro volume. Ricordiamoci di metterli in un recipiente adeguatamente grande. A questo punto siamo pronti per cuocerli. Anche qui dobbiamo avere un po' di pazienza dato che impiegheranno dall'ora e mezzo alle due ore circa.


Fin qui a grandi linee non vi ho detto nulla di nuovo. Cosa invece che non tutti sanno è che:

  • una volta messi in ammollo bisogna eliminare i legumi che salgono in superficie;
  • in ambiente acido le fibre vegetali, contenute nella buccia, tendono a indurirsi, quindi è consigliabile usare un pizzico di bicarbonato durante la fase dell'ammollo,che è basico. Questo per correggere l'eventuale acidità dell'acqua del rubinetto e permettere all'acqua di entrare e reidratare. Non troppo però altrimenti l'eccesso andrebbe ad alterare il valore vitaminico e proteico;
  • sempre per la stessa motivazione non aggiungere pomodoro o sostanze acide a inizio cottura;
  • non bisogna salare l'acqua fino a che non saranno cotti perché questo indurirebbe la buccia esterna del legume;
  • aggiungere durante la cottura alga kombu o spezie come alloro, origano, menta etc... che aumentano la digeribilità e diminuiscono la formazione di gas;
  • cuocere a fuoco lento;
  • una pratica un po’ scomoda ma efficace è quella di cambiare l’acqua di cottura dopo 10 minuti dal bollore. A questo punto i legumi avranno già rilasciato eventuale acido fitico e anti-nutrienti rimasti che sono la causa dei disturbi quali gonfiore e meteorismo;
  • una volta comprati non teniamoli troppo in dispensa ma consumiamoli rapidamente perché più sono vecchi più tempo impiegano a cuocere.

Non vanno mangiati crudi perchè contengono la tossina fitoemoagglutinina (PHA) in quantità sufficiente a causare sintomi acuti, anche se ingerita in piccole dosi.  I sintomi principali di avvelenamento sono nausea, vomito e diarrea. Il consumo di anche solo quattro o cinque fagioli crudi può essere sufficiente per scatenare i sintomi. Quindi importante è conservarli lontano dai nostri bambini che, immagino come tutti, gli piaccia aprire i cassetti e giocare con quello che trovano dentro. Inoltre per far si che il nostro organismo possa digerirli bene è indispensabile assumerli periodicamente per abituare la flora batterica intestinale.

Chi ha ragione?
Non tutti sono favorevoli al consumo dei legumi per i famosi antinutrienti. Sono molecole in grado di interferire con la digestione degli alimenti o con il nostro funzionamento metabolico a livello gastrointestinale, cerebrale o ormonale. Insomma anche qui non esiste una versione ma ognuno la vede un po' a modo suo, o meglio si sofferma ad analizzare un solo aspetto senza guardare il quadro generale. Ho letto molti articoli che esortano i lettore a non consumare i legumi a causa della presenza di queste sostanze, che sono per esempio i fitati,  saponine,  polifenoli (come i tannini e gli isoflavoni) e gli inibitori della proteasi. Effettivamente hanno ragione. Per esempio:

  • le saponine possono causare lisi delle cellule che si trovano nella mucosa intestinale, e possono inoltre ridurre l'assorbimento dei nutrienti, sia legandosi direttamente che disattivando gli enzimi coinvolti nel processo digestivo. Però non dicono che possono legarsi con il colesterolo o gli acidi biliari determinando livelli inferiori di colesterolo nel sangue. Inoltre risulterebbero avere effetti anticancro; 
  • per quanto riguarda i fitati inibiscono l'assorbimento di ferro, calcio, magnesio e zinco. Dagli ultimi studi sembra che l'intestino sia in grado però di  produrre enzimi in grado di digerirli. Anche qui le ricerche si sono concentrare sui suoi effetti anticancro; 
  • i tannini, appartenenti alla famiglia dei polifenoli, sono simili ai fitati. Riducono la digeribilità delle proteine e impediscono il regolare assorbimento di ferro ed altri minerali. I tannini danneggiano l’intestino, aumentando la permeabilità intestinale. Contemporaneamente svolgono un ruolo fondamentale nel contrastare il processo di invecchiamento e lo sviluppo di diverse malattie degenerative. 

Certamente i legumi contengono diverse molecole in grado di esercitare un'ampia gamma di azioni biologiche nel corpo umano, sia benefiche che indesiderate. Questo fa parte di tutte le sostanze, non per niente si dice di mangiare un po' di tutto. Importante quindi è avere una dieta il più variata possibile per minimizzare le conseguenze negative  dell'accumulo sia di sostanze nocive che quelle, come gli antinutrienti, che hanno un duplice aspetto positivo e negativo.  Comunque l'effetto antinutriente può dare qualche problema in un'alimentazione povera, ma non certamente nel terzo millennio. Gli studi effettuati sugli esseri umani suggeriscono che i legumi sono in grado di contribuire al benessere e alla salute dell'uomo, soprattutto attraverso la prevenzione della cardiopatia coronarica e del diabete. Le mie conclusioni sono che i legumi devono essere presenti sulla nostra tavola, sicuramente non tutti i giorni, ma spesso. Evitiamo alcuni aspetti negativi per esempio mangiando frutta con vitamina c, che aumentano l'assorbimento del ferro, dopo un pasto con legumi. In questo modo andremo a diminuire l'effetto dei fitati. Ciò che io reputo poco salutare non sono certamente queste molecole che si trovano in natura, ma per esempio gli antibiotici e ormoni che assumiamo con il consumo di carne e latticini, il mercurio e altre sostanze inquinanti che introduciamo con il pesce. Concludo dicendovi che io continuerò a mangiarli e voi?