mercoledì 16 marzo 2016

Allattamento al seno

Tema molto sentito, soprattutto dalle neo mamme, è l'allattamento. Anche io, come voi sicuramente, mi sono sentita dire di tutto: il tuo latte è troppo leggero, non ha abbastanza nutrimento, allattare per troppo tempo diventa un vizio e chi più ne ha più ne metta. Voglio tranquillizzare tutte  quelle donne che ancora hanno dei dubbi: il tuo latte è il nutrimento migliore da dare a tuo figlio. Secondo l'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, dovremmo allattare i nostri figli esclusivamente al seno fino ai sei mesi e continuare anche oltre, fino ai due anni. Ovviamente chi non ha il latte o per qualche altra valida ragione non può allattare non deve farsi troppo problemi perché non vuol dire che tuo figlio finirà per ammalarsi ogni mese. Per me questo argomento è molto importante perché io ho allattato la mia prima bimba per quindici mesi e per quanto riguarda la seconda, che ne ha quattordici, non ho ancora smesso. Tante di voi leggendo queste righe staranno commentando: esagerata!! Ebbene scrivo questo post per suscitare una sorta di alleanza tra noi donne, dato che spesso chi non allatta, per scelta o per necessità, critica quelle che lo fanno e viceversa. Noi mamme abbiamo già abbastanza ostacoli da dover superare, sosteniamoci a vicenda. Quindi va benissimo una donna che allatta per tanto, ma è da rispettare chi decide di intraprendere un'altra strada. Per quanto io sia a favore l'allattamento, soprattutto all'inizio, può essere veramente difficoltoso. Non scoraggiatevi ma insistete quanto più potete senza però dover perdere la testa. I nostri bimbi hanno bisogno di sentirci serene.



Qualche piccolo suggerimento.
La mia prima bimba purtroppo non ha mai imparato bene ad attaccarsi e durante i primi giorni mi sono comparse le dolorosissime ragadi. Chi le ha avute sa molto bene di che cosa sto parlando, mentre per tutte le altre sono delle piccole ferite intorno al capezzolo. Insomma, tutte le volte che l'attaccavo era un dolore enorme, a volte mi usciva addirittura il sangue. Tant'è, convinta dal mio compagno, ho deciso di provare i para capezzoli. Mi hanno aiutato tantissimo. Non ero del tutto convinta perché mi sembrava innaturale usare un aiuto per allattare, probabilmente erano tutte paranoie che mi facevo provocate dagli ormoni. 
Quindi i consigli sono due:

  • ogni tanto ascoltiamo chi ci vuole aiutare perché in questi casi magari vedono la situazione con più lucidità; 
  • inoltre, un piccolo aiuto per arrivare ad un fine più grande, che è riuscireallattare con serenità, lo possiamo anche accettare.

La notte.
Ebbene si, come tutti sanno i neonati si svegliano ripetutamente di notte per mangiare. La maggior parte con il passare dei mesi riesce a dormire anche tutta la notte o quasi. Le mie figlie non fanno parte di questa percentuale. Più di una volta mi hanno detto che era colpa mia perché ancora le allattavo di notte e loro avevano risolto il problema smettendo di dargli il latte. Sicuramente per alcuni bimbi può funzionare, ma non per tutti. Mia figlia che ha tre anni ancora si sveglia di notte come la sorella piccola che invece allatto. Grazie appunto al latte, quest'ultima si riaddormenta subito, altrimenti mi aspetterebbero due ore abbondanti di gioco notturno. Morale della storia: non togliamo il latte sono perché all'amica ha funzionato. I bimbi sono tutti diversi.
E voi che problemi avete avuto con l'allattamento? Più parliamo di questo argomento meglio possiamo dare dei consigli o spunti a che si trova in difficoltà.



venerdì 11 marzo 2016

Legumi: evitarli o no?

Consigli
Legumi, solo al pensiero ci viene la pelle d'oca. Pensiamo subito al fastidioso meteorismo e alla difficoltà di digestione. E se invece fossimo noi che non li prepariamo nel modo corretto? Fondamentale è l'ammollo prima di consumarli. Sfortunatamente non bastano poche ore, ma dalle 12 alle 24, dipende dalla dimensione. Questo è un passaggio fondamentale che quasi tutti facciamo ma non sempre rispettiamo i tempi giusti. Altra cosa importante è cambiare spesso l'acqua per eliminare tutte le impurezze che rilasciano i nostri legumi. Principalmente viene eliminato l'acido fitico, principale responsabile dei problemi digestivi, ma non solo anche polvere e la tossina fitoemoagglutininsa(PHA). Una volta tenuti adeguatamente in ammollo vedremo che rigonfiano, a causa della reidratazione dell'amido e delle fibre solubili e aumentano notevolmente il loro volume. Ricordiamoci di metterli in un recipiente adeguatamente grande. A questo punto siamo pronti per cuocerli. Anche qui dobbiamo avere un po' di pazienza dato che impiegheranno dall'ora e mezzo alle due ore circa.


Fin qui a grandi linee non vi ho detto nulla di nuovo. Cosa invece che non tutti sanno è che:

  • una volta messi in ammollo bisogna eliminare i legumi che salgono in superficie;
  • in ambiente acido le fibre vegetali, contenute nella buccia, tendono a indurirsi, quindi è consigliabile usare un pizzico di bicarbonato durante la fase dell'ammollo,che è basico. Questo per correggere l'eventuale acidità dell'acqua del rubinetto e permettere all'acqua di entrare e reidratare. Non troppo però altrimenti l'eccesso andrebbe ad alterare il valore vitaminico e proteico;
  • sempre per la stessa motivazione non aggiungere pomodoro o sostanze acide a inizio cottura;
  • non bisogna salare l'acqua fino a che non saranno cotti perché questo indurirebbe la buccia esterna del legume;
  • aggiungere durante la cottura alga kombu o spezie come alloro, origano, menta etc... che aumentano la digeribilità e diminuiscono la formazione di gas;
  • cuocere a fuoco lento;
  • una pratica un po’ scomoda ma efficace è quella di cambiare l’acqua di cottura dopo 10 minuti dal bollore. A questo punto i legumi avranno già rilasciato eventuale acido fitico e anti-nutrienti rimasti che sono la causa dei disturbi quali gonfiore e meteorismo;
  • una volta comprati non teniamoli troppo in dispensa ma consumiamoli rapidamente perché più sono vecchi più tempo impiegano a cuocere.

Non vanno mangiati crudi perchè contengono la tossina fitoemoagglutinina (PHA) in quantità sufficiente a causare sintomi acuti, anche se ingerita in piccole dosi.  I sintomi principali di avvelenamento sono nausea, vomito e diarrea. Il consumo di anche solo quattro o cinque fagioli crudi può essere sufficiente per scatenare i sintomi. Quindi importante è conservarli lontano dai nostri bambini che, immagino come tutti, gli piaccia aprire i cassetti e giocare con quello che trovano dentro. Inoltre per far si che il nostro organismo possa digerirli bene è indispensabile assumerli periodicamente per abituare la flora batterica intestinale.

Chi ha ragione?
Non tutti sono favorevoli al consumo dei legumi per i famosi antinutrienti. Sono molecole in grado di interferire con la digestione degli alimenti o con il nostro funzionamento metabolico a livello gastrointestinale, cerebrale o ormonale. Insomma anche qui non esiste una versione ma ognuno la vede un po' a modo suo, o meglio si sofferma ad analizzare un solo aspetto senza guardare il quadro generale. Ho letto molti articoli che esortano i lettore a non consumare i legumi a causa della presenza di queste sostanze, che sono per esempio i fitati,  saponine,  polifenoli (come i tannini e gli isoflavoni) e gli inibitori della proteasi. Effettivamente hanno ragione. Per esempio:

  • le saponine possono causare lisi delle cellule che si trovano nella mucosa intestinale, e possono inoltre ridurre l'assorbimento dei nutrienti, sia legandosi direttamente che disattivando gli enzimi coinvolti nel processo digestivo. Però non dicono che possono legarsi con il colesterolo o gli acidi biliari determinando livelli inferiori di colesterolo nel sangue. Inoltre risulterebbero avere effetti anticancro; 
  • per quanto riguarda i fitati inibiscono l'assorbimento di ferro, calcio, magnesio e zinco. Dagli ultimi studi sembra che l'intestino sia in grado però di  produrre enzimi in grado di digerirli. Anche qui le ricerche si sono concentrare sui suoi effetti anticancro; 
  • i tannini, appartenenti alla famiglia dei polifenoli, sono simili ai fitati. Riducono la digeribilità delle proteine e impediscono il regolare assorbimento di ferro ed altri minerali. I tannini danneggiano l’intestino, aumentando la permeabilità intestinale. Contemporaneamente svolgono un ruolo fondamentale nel contrastare il processo di invecchiamento e lo sviluppo di diverse malattie degenerative. 

Certamente i legumi contengono diverse molecole in grado di esercitare un'ampia gamma di azioni biologiche nel corpo umano, sia benefiche che indesiderate. Questo fa parte di tutte le sostanze, non per niente si dice di mangiare un po' di tutto. Importante quindi è avere una dieta il più variata possibile per minimizzare le conseguenze negative  dell'accumulo sia di sostanze nocive che quelle, come gli antinutrienti, che hanno un duplice aspetto positivo e negativo.  Comunque l'effetto antinutriente può dare qualche problema in un'alimentazione povera, ma non certamente nel terzo millennio. Gli studi effettuati sugli esseri umani suggeriscono che i legumi sono in grado di contribuire al benessere e alla salute dell'uomo, soprattutto attraverso la prevenzione della cardiopatia coronarica e del diabete. Le mie conclusioni sono che i legumi devono essere presenti sulla nostra tavola, sicuramente non tutti i giorni, ma spesso. Evitiamo alcuni aspetti negativi per esempio mangiando frutta con vitamina c, che aumentano l'assorbimento del ferro, dopo un pasto con legumi. In questo modo andremo a diminuire l'effetto dei fitati. Ciò che io reputo poco salutare non sono certamente queste molecole che si trovano in natura, ma per esempio gli antibiotici e ormoni che assumiamo con il consumo di carne e latticini, il mercurio e altre sostanze inquinanti che introduciamo con il pesce. Concludo dicendovi che io continuerò a mangiarli e voi?

sabato 5 marzo 2016

Relazione tra muco e latticini

Quanti di noi in inverno, soprattutto, hanno fatto i conti con il fastidiosissimo muco? Prima ci provoca il raffreddore, poi la tosse e a qualcuno si sposta addirittura nelle orecchie provocando dolorose otiti. In molti casi ricorriamo agli antibiotici oppure mucolitici accompagnati spesso dal "miracoloso" cortisone. Ma in tutti i casi è veramente necessario l'utilizzo di farmaci? E se potessimo evitare addirittura la sua comparsa o per lo meno limitarne l'insorgenza? Ecco come fare: limitiamo quanto più possibile il consumo di latte e latticini.


Secondo diversi studi sarebbe la caseina ad alimentare la produzione di muco, proteina difficile da digerire per il nostro organismo che si trova principalmente nel latte. Attraverso il processo di pastorizzazione la caseina coagula e decade diventando una sostanza insolubile. Più il processo termico del latte è elevato, più sarà compromessa. Quindi se proprio vogliamo consumare il latte, meglio optare per quello fresco di banco frigo, piuttosto che quello a lunga conservazione dato che subisce un processo termico più violento. A causa del suo consumo prolungato, essendo diventato una sostanza collosa che non riusciamo a digerire, va a foderare le pareti intestinali provocando difficoltà nell'assorbimento delle sostanze nutritive. Questo processo  scatena una reazione infiammatoria e ovviamente l'intestino si difende producendo muco. A questo punto vi chiederete come me: cosa centra con il muco delle vie aeree? Ebbene ormai è risaputo che le mucose del nostro organismo, in particolare quelle intestinali e dell'apparato respiratorio, sono in costante comunicazione. Quindi vien da sé che se il primo è danneggiato anche l'altro sarà infiammato e il processo drenaggio-pulizie delle vie aeree sarà compromesso con il conseguente accumulo di secrezioni. Ed è per questo che il muco lo ritroviamo anche sotto forma di raffreddore, tosse o sinusite. L’alterata permeabilità intestinale predispone a molte patologie atopiche, infiammatorie e autoimmuni, soprattutto per quelle pediatriche: dermatite, eczema, raffreddore da fieno, asma, otite, tonsillite, orticaria.
Il lattosio, zucchero principale del latte, viene convertito oltre che in glucosio, utilizzato direttamente per ottenere energia, anche in galattosio. Un'altra teoria è quella dello scienziato Walter Last, che ipotizza che l'aumento di muco sia proprio da attribuire a quest'ultima sostanza. Il galattosio per essere utilizzato deve essere trasformato in glucosio ma il nostro organismo è in grado di convertirne solo una parte, quindi l'eccesso si ossida diventando acido mucico, ossia il muco.
Quest’ultimo, non essendo solubile, ristagna nel nostro organismo, divenendo così dannoso perché il fegato che non riesce a smaltirlo del tutto. Si scioglie quindi nel fluido linfatico, apparato predisposto allo smaltimento delle sostanze dannose, che sembra avere affinità con le mucose dei polmoni, il tratto respiratorio, i seni paranasali, le trombe di Eustachio (passaggio-bocca/orecchio interno). Fino a circa i quattro anni abbiamo l' enzima deputato alla digestione del lattosio, dopodiché inizia a diminuite provocando la conosciuta intolleranza al latte.
Gli studiosi in un articolo del 2010 della rivista “Medical Hypotheses (Ipotesi della Medicina)”, danno per scontato che l’assunzione di lattosio porta, specialmente in particolari gruppi di persone, all’ aumento della produzione di muco e asma.
Quindi, chi è asmatico o allergico, ha le vie respiratorie infiammate e con l’assunzione di latticini, il muco aumenterebbe.
Ovviamente ci sono studiosi che non approvano queste teorie. Diciamo che la medicina è divisa a metà tra chi è a favore e chi contro. Prima di parlarvi di questo articolo ho voluto provare in prima persona e vi dirò che per quanto mi riguarda il muco si è notevolmente ridotto. Non solo su di me, ma anche sui miei famigliari il risultato è stato identico. Avete presente quel fastidioso muco che ci ritroviamo a volte all'inizio della gola e che ci provoca sempre una tossina stizzosa? Bè scomparso! Come sempre gli alimenti più buoni sembrano essere anche quelli più dannosi. Non vi voglio dire per certo che è bene togliete il latte e derivati, ma semplicemente fate una prova e vedete come risponde il vostro organismo, dopodichè potrete prendere le vostre conclusioni. Mi preme sottolineare che non tutti i casi di produzione di muco è dato dall'alimentazione. Per esempio se usciamo in pieno inverno senza coprirci adeguatamente con il collo scoperto e il giorno dopo abbiamo tosse e raffreddore è ovvio che il latte non centra nulla, ma per non peggiorare la situazione consiglio di sospenderlo fino a guarigione. Sul latte ci sarebbe tantissimo da dire, non per nulla hanno scritto libri a tal proposito e continuano a studiarlo, ma per il momento mi premeva sottolineare la correlazione con il muco.