Vi sentite spesso stanchi e affaticati? Vi capita di avere episodi di palpitazioni? Allora è il caso di fare gli esami del sangue. Può essere che soffriate di anemia, ovvero carenza di ferro.
Questa patologia porta principalmente a pallore, affaticabilità, vertigini e tachicardia. Il ferro lo si può trovare in tanti alimenti. E' diviso in ferro eme che è di origine animale e lo troviamo in carni rosse magre, carni bianche e pesce. Mentre quello di origine vegetale è chiamato ferro non eme e lo possiamo trovare in cereali, verdure e legumi, di più difficile assorbimento. Normalmente solo una piccola percentuale viene persa dal nostro corpo ogni giorno, quindi attraverso l'alimentazione la richiesta viene facilmente soddisfatta. Ma se così non fosse a causa di un'aumentate richiesta come capita in gravidanza, allattamento, età pediatriche o per chi soffre di cicli mestruali abbondanti, è bene aumentare l'apporto di tutti quegli alimenti che hanno un alto contenuto di ferro.
Ecco la lista:
- carne;
- frattaglie;
- tuorlo d'uovo;
- vongole;
- lenticchie;
- cacao;
- verdura verde a foglia larga;
- frutta secca.
Come facilitare l'assorbimento.
Il ferro non eme è consigliato assumerlo nello stesso pasto insieme alla vitamina C, presente nella frutta e agrumi come kiwi, uva, fragole, ananas o verdura come broccoli, cavoli, cavolfiori e pomodori; quindi si potrebbe condire con del limone un bel piatto di verdura ed abbinarlo ad un bel piatto di legumi.
La cisteina, amminoacido che ritroviamo ad esempio nelle carni, ha la capacità di aumentare l’assorbimento del ferro contenuto nei vegetali, quindi è buona prassi abbinare alla carne un bel piatto di verdure.
Un'altro aiuto è quello di eliminare, o perlomeno assumere lontano dai pasti principali, the e caffè. Contengono tannini che inibiscono l'assorbimento del ferro.
Anche gli spinaci e le noci, a causa del ricco contenuto in acido ossalico, non sono da considerarsi una fonte di ferro.
Non solo, nella categorie delle sostanze che ostacolano l'assimilazione troviamo i farmaci antiacidi così come i latticini a causa del contenuto di calcio.
Quando l'alimentazione non basta.
Nel caso in cui con l'alimentazione non riusciamo ad aumentare il livello di ferro, in genere il medico prescrive farmaci a base di ferro chimico come: ferro gluconato o ferro solfato. Il trattamento per via orale dovrebbe essere continuato per 3/6 mesi, non solo per correggere l'anemia, ma anche per reintegrare le riserve. Per esperienza, ricordo che sono farmacista, la maggior parte dei pazienti non lo tollera. Avvertono nausea, stitichezza, diarrea e crampi addominali. Addirittura l'assunzione di questo tipo di ferro in gravidanza provoca le coliche nei neonati.
In alternativa potete provare gli integratori che sono prodotti a base di estratti vegetali che rilasciano il ferro e hanno molti meno effetti collaterali. Io faccio parte di quella categoria che non tollera il classico ferro chimico e ho usato quello naturale. Devo dire che mi sono trovata molto bene, soprattutto durante le mie due gravidanze. Per di più le mie bimbe non hanno mai avuto una colica. Inoltre, spesso si trovano in associazione alla vitamina C, alle vitamine del gruppo B o all'acido folico, tutte sostanze che aiutano l'organismo nei periodi di maggior stress.
Questo articolo non si vuole sostituire al medico, quindi prima di prendere qualsiasi farmaco parlatene sempre con uno specialista del settore.